E-commerce è un insieme di attività di vendita e acquisto di prodotti effettuato tramite Internet.
Include business-to-business (B2B), business-to-consumer (B2C), e anche consumer-to-consumer (C2C) transazioni di compravendita di beni e servizi e trasferimento fondi.
L’e-commerce mette tutti i negozi, tutti i prodotti – ovunque. Per il consumatore a portata di un click.
Il risparmio è quindi a due corsie; sia per il venditore che per il consumatore.
Una soluzione WIN – WIN dove vincono tutti.
I protocolli di sicurezza sono: SSL (Secure Sockets Layer) e SET (Secure Electronic Transaction).
Quando il cliente vedrà sul status bar del browser l’icona del lucchetto chiuso saprà che sta usando un sito con transazioni monetarie sicure e protette.
Il sito deve comunicare in modo chiaro e coerente per costruire un rapporto di fiducia col cliente.
Se la Pre-Vendita è importante (informazioni sul prodotto, informazioni visive coerenti ed il prezzo) la Post-Vendita è quella che fa la vera differenza in termini di Brand Building e Brand Reputation.
Internet ha cambiato sia la struttura che la natura della competizione tradizionale. Prima, la maggior parte delle attività dovevano competere con una singola industria e più che spesso solo nella specifica area geografica. Con Internet questi confini non esistono più.
Prendete per esempio Amazon.com: l’azienda ha cominciato la propria attività come libreria online per poi espandersi con altri nuovi prodotti come musica, video, abbigliamento, oggettistica e altro. Per quanto riguarda la zona geografica, internet ha creato un mondo parallelo (virtuale), dove si compra e vende da e in qualsiasi punto del mondo. Un tradizionale punto vendita deve far fronte a molte spese funzionali; dall’affitto fino alle utenze di riferimento. Personale. Pubblicità che ha come scopo raggiungere i clienti che geograficamente possono diventare nostri clienti. Un E-commerce siccome basato on line, queste spese non ne ha. Ciò permette più flessibilità ed una crescita molto più veloce. Un E-commerce spenderà uguale nella pubblicità per attrarre un cliente dall’Italia nonché uno dall’America, Cina o l’Australia. E potenzialmente sono tutti clienti, utenti, consumatori. Cosa che con un punto vendita tradizionale non si potrebbe ottenere.
Un’altra importante differenza è la scomparsa dei flussi intermedianti conosciuta come disintermediazione.
L’azienda comunica direttamente col cliente portando a termine le transazioni monetarie nonché evita intermediari come personale di vendita o rappresentati dei prodotti.
Al momento ci sono due correnti di pensiero sul futuro della vendita: una che fortemente crede che nel tempo il punto vendita tradizionale scomparirà completamente e l’altra, più positiva che propende per una strada dove potranno coesistere entrambe strettamente legate una ad altra.
Molti analisti del mercato credono che l’e-commerce cambierà totalmente il mondo del business.La crescita delle comunità virtuali dove la gente si unisce in gruppi ad hoc condividendo una tematica di interesse comune potrebbe spostare la forza economica dal produttore al consumatore – intaccando così il marketing ed i vantaggi di vendita dei colossi del mercato.
Così una azienda di piccole dimensioni con un prodotto di qualità superiore ed un eccellente customer service può usare queste comunità virtuali per mettersi a confronto con i competitor più grandi – cosa che nel tradizionale mondo di vendita non potrebbe essere possibile.
Secondo una ricerca italiana del 2008 il commercio elettronico in Italia ha un valore stimato di 4,868 miliardi di euro nel 2007, con una crescita del fatturato del 42,2%. Nel 2007 sono stati eseguiti circa 23 milioni di ordini
on-line in Italia. Nel 2009 il commercio elettronico in Italia aveva un valore stimato di 10 miliardi di euro. I settori principali sono il tempo libero (principalmente giochi d’azzardo) che rappresenta quasi metà del mercato (42,2%), il turismo (35%) e l’elettronica di consumo (8,7%).
Nel 2012 una ricerca italiana ha calcolato che il fatturato complessivo delle aziende italiane off-line che utilizzano il web per vendere i propri prodotti e/o servizi è di circa 10 miliardi di euro. I settori più importanti sono risultati il turismo(46%), l’abbigliamento(11%), l’elettronica-informatica(10%) e le assicurazioni on-line(10%).
Nel 2015 secondo Confindustria Digitale, il commercio elettronico con il mercato digitale varrebbe 6,6 punti di Prodotto interno lordo italiano, generando 700.000 posti di lavoro in cinque anni, dei quali, secondo le stime di Feder privacy, fino a 70.000 esperti di protezione dati.
Nel 2016 il valore degli acquisti online in Italia fa segnare +18% per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di €uro; suddiviso tra prodotti 45% e servizi 55%.